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Pastificio in crisi

Dopo il fallimento del Pastificio Russo, decretato lo scorso luglio dal Tribunale di Napoli, non sembra esserci soluzione alla profonda crisi dello storico opificio e per il futuro dei suoi 95 dipendenti. La scorsa settimana, infatti, gli organi preposti alla procedura di fallimento, non hanno individuato, neanche in via provvisoria, il valore del complesso aziendale, che attualmente è “esposto” per 30 milioni di debiti. . Alla scorsa udienza del 22 ottobre scorso, è stato disposto, per motivi che potranno essere accertati solo nei prossimi giorni, un rinvio della procedura. Il Pastificio Russo, che vanta 125 anni di attività, ha visto interrompersi ogni discorso di ripresa e risanamento lo scorso 26 luglio. La Procura partenopea ha prima aperto la procedura fallimentare per l’imprenditore Mario Maione (che attraverso la Sofind gestiva lo stabilimento), in seguito il Tribunale di Napoli ha decretato il fallimento del Pastificio Carmine Russo Spa, ovvero la società che gestisce il marchio Russo di Cicciano, dopo un periodo di amministrazione giudiziaria. La procedura ha previsto, come è prassi, la nomina di due curatori fallimentari e di un tecnico che ha il compito di stimare attivo e passivo societario. Tentativo al momento fallito. L’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Giuseppe Caccavale, ha espresso “preoccupazione e disagio per il rinvio della procedura di accertamento del patrimonio del fallimento”. A preoccupare è soprattutto il destino dei lavoratori che hanno un sussidio a termine come la cassa integrazione. L’amministrazione si augura “che venga evitato ogni possibile ostacolo di qualunque natura esso sia – burocratico o speculativo – al celere e rapido svolgimento della procedura, affinché imprenditori capaci possano guardare con interesse alla questione ed affinché non si dica anche questa volta che certe cose succedono solo al Sud, anche perché ora più come mai c’è in gioco il destino di centinaia di famiglie”. Già nello scorso agosto il primo cittadino Caccavale aveva incontrato alla Prefettura di Napoli il curatore fallimentare del Pastificio Russo Luciano Bifolco e aveva evidenziato “la necessità di accelerare al massimo le procedure di redazione dell’elenco dei creditori e dell’inventario del Pastificio Russo proponendo inoltre un fitto del ramo d’azienda per dare un maggiore interesse agli investitori anche stranieri e per preservare il maggior numero di posti di lavoro”.

Fonte: www.ilnolano.it